Il tema “Bravo e bello – connubio possibile?” è interessante e, oggi, particolarmente sentito tra le razze d’utilità il cui allevamento è spesso diviso nei suoi propositi da una duplice intenzione rivolta, nell’ambito di una medesima razza, a generare soggetti alcuni più adatti alle competizioni morfologiche, altri alle prove di lavoro o alle gare d’impiego.
La natura sa che non deve generare soggetti “bravi o belli” perché consapevole che la sopravvivenza diviene possibile solo attraverso l’ideale fusione armonica ed inscindibile delle due esigenze selettive: l’anatomia suggerisce le forme adatte alla sopravvivenza in un preciso habitat dando origine prima alla specie, poi alla razza; gli istinti, le attitudini comportamentali ed il carattere ne divengono la logica conseguenza.
Buona lettura!